In questo blog troverete le mie personali esperienze con il mondo della birra, della panificazione, della pasticceria e del formaggio... e molto altro!


domenica 24 novembre 2013

Il mio primo Dry Hop (IPA)


Dopo una lunga assenza dalla produzione rieccomi a scrivere sul blog. Le ultime birre che ho fatto sono buone, ma ho la sensazione che siano tutte molto (troppo) simili tra di loro. Le ricette sono diverse, eppure riesco a percepire una nota costante in tutte che mi lascia perplesso.
Da buon HB voglio assolutamente capire il motivo e sto andando per tentativi.
Non sembra né un problema di lieviti secchi/liquidi né un problema di sanitizzazione. Neppure un problema di bollitura troppo poco prolungata…
Al che ieri ho ipotizzato che il problema possa essere nelle farine che si creano durante la macinazione le quali (“a causa” del metodo BIAB) finiscono in parte in fermentazione. Sicuramente dopo il travaso e l’imbottigliamento la birra è limpida e priva di farine, ma non vorrei che la costante sia proprio data da loro.  Ecco perché ho deciso di ripartire da zero.
Potevo tornare al classico all grain con tanto di lauter bin e lavaggio trebbie ma per mancanza di  tempo ho preferito fare un passo indietro decisamente più marcato: sono tornato all’E+G.

Per rendere la produzione un po’ più emozionante, ho deciso di fare una IPA (India Pale Ale) e sperimentare per la prima volta il dry hopping. È incredibile che in 4 anni di produzione io non ci abbia mai provato… ero troppo concentrato sulle altre macro variabili “malti” e “spezie”. Quest’anno lo dedicherò al luppolo!
Il Dry Hop è quella tecnica che prevede l’aggiunta di luppolo “a freddo” quindi non in bollitura. Infatti il luppolo rilascia maggiormente i composti amari ad alte temperature, mentre quelli aromatici tendono a “volare” via e a perdersi. Viceversa a freddo gli aromi vengono preservati, mentre il rilascio delle sostante amaricanti è decisamente più lento.

Le IPA sono birre molto amare con IBU tra 40 e 60 (come recita il BJCP: http://www.bjcp.org/2008styles/style14.php). Io per questa ricetta mi sono tenuto sui 40, raggiunti con 4 luppoli diversi aggiunti in 4 diverse fasi (30//20//10//dry hop). Come estratti ho usato del light e dell’amber, aggiungendo anche un po’ di miele e di carapils per una OG di 1060.
Il luppolo aggiunto in dry hopping è stato sterilizzato per 2-3 minuti in bollitura (i più coraggiosi lo inseriscono a freddo nel fermentatore, ma personalmente ho preferito dargli una sbollentata).

Nel tempo controllerò il grado di aroma/amaro e se necessario farò un’ulteriore aggiunta al termine della fermentazione tumultuosa (fra 4-5 giorni)….anche se non credo visto che ho un rapporto di 2,5 g/L di luppolo.

A breve nuovi aggiornamenti.


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20 dicembre 2013

Al seguente link il risultato della IPA: http://dkpaolo.blogspot.it/2013/12/risultato-idia-pale-ale-eg.html


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2 commenti:

  1. penso influisca anche il metodo di conservazione: se si hanno luoghi sui 6-8°C si mantengono bene, magari tenendole sui 20°C si generano sapori comuni in tutte le birre

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  2. mmm...può essere ma io conservo ormai da anni in una cantina che è praticamente sempre (estate/inverno) a 17-18°C...(è "scavata" nella roccia).
    E con le vecchie produzioni non ho mai avuto problemi...vedremo!

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